Sono Stato In Quarantena Da Instagram Per Un Mese | Parte 1
Sono Stato In Quarantena Da Instagram Per Un Mese | Parte 1

Sono Stato In Quarantena Da Instagram Per Un Mese | Parte 1

Ovvero, a che serve stare in isolamento volontario?

image

tempo di lettura: 8 minuti, fatti un caffé

Ho scelto un bel titolo a tema virus per fare un parallelismo di sentimenti, ma mi spiego subito: ho deciso di non utilizzare per un mese Instagram, al momento il social che mi dà più gioia, e nemmeno facebook e twitter.Sono un po’ uno sfigato a fare questo digiuno? Certo, come sempre, però spero di stuzzicarvi sulla mia esperienza. Per dirvi in due parole il motivo di tutto ciò è quello di rendermi meglio conto il ruolo dei social nella mia vita e di come usarli al meglio, ma ovviamente ne parleremo più in dettaglio nei prossimi episodi.

Premetto che questo non è assolutamente un post per dire che i telefoni sono il demonio e meno male quando non cera uatsapp stavamo tutti meglio. Chi mi conosce sa che sono l’amico che chiami quando non ti funziona il telefono o se non ti si apre Word. Quello a cui fai la battuta che il telefono bagnato va messo nel riso così arrivano i cinesi (tra l’altro, non mettete telefoni nel riso, meglio lasciarli all’aria aperta, fatevelo dire da un cinese).Proprio perché sono fermamente convinto del potenziale valore della tecnologia ci tengo ad usarla bene.

Questa serie è rivolta a tutti noi che siamo abituati ad aprire in modo automatico nei momenti morti instagram, facebook, twitter, tiktok o quel che éso che hai presente cosa dico, è praticamente un tic: sei in fila alla cassa, o fermo al semaforo, o stai aspettando qualcuno, e ti ritrovi a scorrere tra i post senza manco accorgertene, vai avanti finché non trovi qualche meme divertente, qualche bella gnocca, o non so che altro ti piaceio personalmente nel feed ho principalmente gatti, meme di matematica o di Roma, e fotografi...mi rendo conto di essere un esemplare particolare, però vi giuro che se li capite i meme di matematica fanno un sacco ridere.

In ogni caso quello che ho deciso di fare è di non utilizzare Instagram e gli altri social per un mese; ho iniziato il 2 febbraio, e finirò a inizio Marzo mettendo il video dei secondi del mio mese come al solito.

In questa serie di post parleremo di tre aspetti di questo esperimento:

  • perché sto facendo questa cosa, e che cosa è un digiuno
  • che cosa è un social network
  • tutto ciò di cui mi sto accorgendo in questo periodo

COSA È UN SOCIAL NETWORK

Per confondere un po’ le idee, il primo post riguarderà il punto 2.A che pro definire cosa sia un social network?Molto semplicemente trovo che spesso nella vita la capacità di sintetizzare, di esprimere con asciutta chiarezza l’essenza delle cose sia preziosa per sfoltire i fronzoli.Se disegnate vi basti pensare a come sia estremamente utile fare uno sketch del “manichino” della figura che disegnate per definire dove vanno gli arti ecc: una persona da quella prospettiva cosa è se non una specie di stella marina sbilenca? Una testa, un busto, due arti corti e due lunghi. Poi piano piano lo si abbellisce, ma sotto c’è sempre quello scheletro.

Procediamo per induzione, intesa come quel tipo di ragionamento in cui si parte da un esempio particolare per risalire a una legge generale, e non intesa come un tipo di pesce come pensavano alcuni miei amici del liceo [1]

Prendiamo degli esempi di social network lampanti: Instagram, Facebook, Twitter, e Tiktok per i gggiovani di domani. A questo punto troviamo le caratteristiche che li accomunano e che sono portanti della loro struttura; vi anticipo che se pensate che Whatsapp sia un social network avete semplicemente torto marcio, non è così e presto anche voi passerete dalla parte del giusto.

Dopodiché scegliamo tra queste caratteristiche quelle più fondamentali, in modo da poter definire in una singola frase un social network.

Visualizza a grandezza standard

image

Pubblicazione di contenuti “senza destinatario”

ciò che intendo è che pubblicando una foto o una storia su Instagram non abbiamo un singolo destinatario in mente.Ok, magari delle volte quella cosa lì in particolare la metti un po’ perché speri che quella persona ti risponda, perché vuoi attaccare bottone e ti piace, ma non vuoi esporti troppo...o viceversa, magari trovi che sia molto importante far sapere alla persona con cui ti sei da poco lasciato che comunque stai ALLA GRANDE e non ci pensi proprio per niente a lui/lei, e quindi è fondamentale che veda quanto ti diverti, però sarebbe maleducato mandarle una foto di te che ti diverti, di cattivo gusto, e quindi la mandi ”al mondo”, e ogni tre quarti d’ora controlli se ha visualizzato la storia, perché dai, pensare che ancora interessi a lei ti farebbe stare un po’ bene, ti darebbe quel pizzichino di autostima in più...però in segreto, perché da fuori non te ne frega niente, ci mancherebbe, morta e sepolta.

Asimmetria di rapporti

Mi piace usare questi paroloni, ma si tratta semplicemente del fatto che se ti seguo su Instagram non necessariamente tu segui me.. a proposito, non seguite ancora Ora Decima su Instagram? Dai fate le brave personeSiparietto pubblicitario a parte, questa caratteristica crea ovviamente la possibilità di “fama”: un influencer è tale perché lo seguono molti, magari migliaia e migliaia in più dell’account di, che ne so, tua madre, che si è fatta Instagram per sentirsi ancora gggiovane e poi mette foto con degli hashtag improbabili (spero non mi leggano troppe madri).Questo tra l’altro crea tutta una nuova danza nei nostri rapporti: a che punto dopo che ti conosco nella vita reale é opportuno che ti segua su instagram? È brutto se non mi ricambi? Vuol dire che segretamente mi odi? E così via; la mia politica è quella che non sia necessario seguire anche su instagram persone conosciute nella vita reale, o meglio, che non seguirle non vuol dire che mi stanno antipatiche. Ovviamente però c’è una soglia di conoscenza oltre la quale sarebbe molto anomalo non seguirsi a vicenda..in ogni caso, la realtà è che è più importante ciò che succede fuori da instagram che dentro.Non voglio dare un giudizio morale su questa asimmetria tra seguire ed essere seguiti, perché é necessaria: é ovvio ed è giusto che pur avendo (noi fortunati) libertà di parola, il numero dei quotidiani sia inferiore al numero delle persone che li leggono, se tutti avessero voce in capitolo si creerebbe un gran casino di notizie false..ah no aspetta, è proprio quello che succede.Parentesi pedante: ”ma su Facebook l’amicizia funziona diversamente!” vero, ma si può anche seguire una persona o una pagina senza avere il ricambio, case closed.

Pagina con storico di contenuti

Vabbè, il profilo no? Su tutti i social vedendo qualcuno puoi andare alla pagina che ha più o meno tutto ciò che fa, quantomeno quello che pubblica; su Instagram non c’è più la sezione following in cui puoi stalkerare le persone che segui e vedere a cosa mettono like, però almeno le foto e le storie in evidenza che hanno le vedi.Questo è fondamentale perché crea un luogo di ritrovo per chi segue un utente, gli dà un posto per vedere di più.A tal proposito, facciamo una parentesi sul “privato”; ovviamente in tutto quello che abbiamo analizzato finora si parla sempre di contenuti pubblici, ma c’è chi sceglie di rendere qualcosa privato, magari il profilo, o magari le storie bloccate a qualcuno, o alcuni post; ogni piattaforma ha diverse opzioni possibili. Per tutti quelli che usano i social in questo modo è chiaro che tutto si applica in modo parziale, ma quello a cui mi riferisco nella mia analisi è ciò che riguarda l’utente “di default” della piattaforma.

Interazioni con il contenuto, viralità e facilità di diffusione

Partiamo infine da like e commenti per concludere con un minestrone delle caratteristiche fondamentali dei social.Tutti sappiamo quanto è importante avere tanti like, è certamente l’unica giusta misura del valore di una persona, e questo sia Black Mirror che i cinesi lo hanno capito bene. E comunque, #like4like e #follow4follow per favore.Scherzi a parte, un po’ come per il secondo punto sulla asimmetria, il collegamento è alla fama. Certo, quella è collegata a chi ti segue, ovvero chi vuole vedere la tua roba regolarmente ma chiaramente parte dal singolo contenuto, foto, storia, video; dunque fondamentale che si possa interagire con un commento o con un apprezzamento simbolico e virtuale (un like, un cuore, un pollice, scegliete la parte del corpo che più vi piace).Ok, il caro Mark Zuckerberg ci ha levato la visualizzazione del numero di like, ma poco male, quello che conta è soprattutto che lo sappiano lui e il suo algoritmo: da lì potrà partire l’eventuale diffusione virale del contenuto, possibilmente senza alterazioni e sempre dentro il social, perché le pubblicità stanno dentro. Dal lato invece di chi “crea” è importante che sia relativamente facile e divertente pubblicare roba.

Solo i più stupidi si comprano un sito per scrivere o mostrare due cretinate quando un social network ti permette potenzialmente di far vedere le tue foto o video a chiunque nel mondo gratis e con pochissima fatica.In questo c’è una grande democratizzazione dei “mezzi di produzione” (culturale), che in realtà vale per tutto internet in generale...e pensare che i comunisti davanti all’università che vendono lotta continua ancora chiedono il numero di cellulare, che spreco.

Concludiamo dunque scrivendo a questo punto una definizione in una frase, solo per non dovermi rimangiare la parola:

un social network è una piattaforma di condivisione in cui ogni utente può pubblicare contenuti senza avere un unico preciso destinatario; con i suddetti contenuti altri utenti possono decidere di interagire, e accedendo ad un luogo dove sono raccolti tutti i contenuti di un determinato utente, scegliere se seguire le sue future pubblicazioni senza che egli ricambi necessariamente la relazione.

Ecco dunque cosa è un social network, vivisezionato nella sua essenza da un nessuno come me.Faccio notare che Whatsapp manca di molte delle caratteristiche fondamentali che ho citato, ma questo è ovvio perché è studiato con un intento diverso; whatsapp (o le chat di telegram) sono come gli sms, le mail, la posta, il telegrafo, semplicemente più moderni. Quello che posso comprendere al massimo è che esistano grandi gruppi di whatsapp o telegram che dunque creano al loro interno un piccolo microcosmo simile a un social network, ma è semplicemente una deformazione.

Nella prossima puntata parlerò invece di cosa è un digiuno, e perché ha un suo senso che non implica alcun masochismo.

Mi raccomando amici, spolliciate, iscrivetevi, suonate la campanella, condividete, fate casino, quello che ve pare, suonate il clacson, non lo so manco più qual è adesso la roba per diventare famosi.

1. c’è stato anche un episodio in cui si sono presentati per fare il tifo a una esposizione di un progetto di matematica con un cartellone che incitava l’induzione, ma questa è un’altra storia.