OVVERO LA FACILITÀ DI ACCUSARE SENZA PENSARE
La foto in cui penso è divertente e versatile al punto giusto
Non sono un medico né un esperto di niente, quindi mi perdonerete eventuali imprecisioni, spero…
La notizia del mezzo milione di tamponi per il coronavirus inviati dall’Italia (Brescia, persino!) agli USA sta girando per il paese. Un riassunto della questione lo trovate facilmente su ilPost dove si citano i due articoli del Corriere e de la Repubblica dai quali è uscita la notizia. Vi giuro che non cito spesso il Post perché mi pagano, ma semplicemente perché penso sia un sito che spiega bene le situazioni.
La questione è riguardo questa azienda, Copan, che ha prodotto 500 000 tamponi inviandoli agli Stati Uniti. Scandalo e disonore! Plagio e sopraffazione!
Tamponi a tappeto o non tamponi a tappeto, è uno dei temi di dibattito di questi giorni; che tradimento dunque tra i grandi sforzi del nostro sistema sanitario inviare materiale all’estero…o no?
Il titolo (e il sottotitolo soprattutto) di Repubblica sono molto polemici: “Qualcuno lo sapeva?”.
Per farla breve, ovviamente qualcuno lo sapeva, e non c’era niente di strano nella spedizione, perché la carenza dei test per i contagiati da coronavirus non è tanto nei tamponi di per sé, ma nei tempi di elaborazione e nella capacità (anche di personale) dei laboratori per analizzarli. Per completezza dico che l’azienda ha rilasciato un comunicato sull’accaduto.
Al di là della vicenda dei tamponi, vorrei fare solo due brevi commenti a cui penso dobbiamo stare attenti specialmente in questo periodo piuttosto teso:
1. DALL’ESTERNO È FACILE TROVARE SOLUZIONI SEMPLICI A PROBLEMI COMPLESSI
È il classico fenomeno di chi sta in panchina o sul divano, non ha competenze specifiche, e commenta duramente a posteriori una qualsiasi decisione: “Eh io avrei fatto così”, “Ma se mancano tamponi bisognava impedirgli di spedirli”.
Una volta che la decisione è presa e si possono anche vedere le conseguenze so boni tutti a dare il proprio parere. È una fallacia logica, perché ovviamente prima non si sarebbe potuto sapere l’evolversi dei fatti. Una sorta di hindsight bias, che sarebbe il proverbiale “Te l’avevo detto” e “A pensar male ci si azzecca sempre”.
Ma ancor più di questo, la tendenza di semplificare qualcosa che semplice non è. Per ovvi motivi comunicativi non è che ogni volta che si parla di tampone uno può specificare che non è come una cartina tornasole che taac la immergi e voilà. È un pochino più complesso. Sarebbe come dire che se l’economia va male basta stampare più soldi e così via; il discorso è sempre che dal divano è spesso difficile vedere la complessità ed i dettagli. Questo non vuol dire che non bisogna farsi domande e fidarsi sempre alla cieca, ma quantomeno penso che spesso sia utile più umiltà, soprattutto quando si esce fuori dal proprio campo di competenza.
2. SIAMO TUTTI STRESSATI E VOGLIOSI DI INCOLPARE QUALCUNO
Questo periodo è difficile, inutile negarlo. Le morti sono molte, le persone in difficoltà anche indiretta a causa del virus ancora di più, e siamo tutti nervosetti. Lo ho notato oggi facendo la spesa di quanto comprensibilmente tutti abbiamo i nervi a fior di pelle. È ovvio perciò che la voglia innata di dare la colpa a qualcun altro, trovare un bersaglio contro cui arrabbiarsi è tanta. A partire dai cinesi a inizio anno, a chi va a correre oggi, ecc.
L’unica cosa che ho da dire a riguardo è che siamo tutti sulla stessa barca. Certo, c’è chi sbaglia e chi fa errori dalle grosse conseguenze, tipo la festa di carnevale a Fondi che ora è bloccata come zona rossa, ma stiamo attenti a non aggiungere rabbia e frustrazioni personali al nostro giudizio e di separare lo sbaglio dalla persona; vabbé, questo sarebbe anche un discorso lungo quindi non lo apro ora, magari ne parleremo poi.
3. NON SEMPRE CI SI PUÒ FIDARE DI CHI CI FIDIAMO
Avevo detto due pensieri? Me ne è venuto un terzo. Mi ricollego al post sul meritarsi la fiducia.
WhatsApp, Il Virus, E Il Meritare Fiducia
Come dicevamo l’altro giorno, dobbiamo stare attenti di chi fidarci. Anche se la fonte può sembrare autorevole come un quotidiano ben stabilito, purtroppo di questi tempi (e forse ci fa bene) dobbiamo tenere acceso il cervello con tutti. Un buon campanello d’allarme è stare attenti quando si fa appello alle nostre emozioni, magari spingendoci ad arrabbiarci facilmente…
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