Rimanere o uscire. Su Più Libri 2024 e Twitter

che casino eh?

Hello peeps!

Questa è ora di pensiero (nome work in progress) la newsletter in cui vi racconto i miei pensieri sul rapporto tra la tecnologia, l'AI, il mondo di internet e gli umani, e vi dico le cosine belle su internet che ho visto ultimamente.

Mi trovate anche su Instagram, Bluesky, e su YouTube. (presto spero in nuovi video lunghi).


PLPL e i compromessi sugli spazi

Ieri iniziava Più Libri Più Liberi 2024, fiera della piccola e media editoria eccetera; volevo scrivervi due brevi pensieri sulle controversie che sono uscite, sulla mia decisione di andare comunque all'evento che avrò lì venerdì (more on that later), e fare un collegamento sull'esodo da Twitter verso Bluesky che stiamo vedendo in queste settimane.

la copertina di PLPL aveva previsto tutto

Partiamo da PLPL:

La controversia più grossa è stato l'invito al filosofo Leonardo Caffo che attualmente è sotto processo per maltrattamenti e lesioni alla ex compagna, il tutto mentre la fiera è dedicata dalla direttrice Chiara Valerio a Giulia Cecchettin, simbolo dei femminicidi.

Quando è uscito il tema dell'invito di Caffo la sua partecipazione è stata (comprensibilmente) ritenuta inopportuna; lui ha inviato una lettera dicendo che non sarebbe più andato, Valerio ha inizialmente detto che avrebbe comunque presentato il libro di Caffo, per poi fare dietrofront.

Se volete capirne di più, vi consiglio la puntata a riguardo del podcast Amare Parole in cui Vera Gheno racconta la vicenda. Sulle sue considerazioni sono totalmente d'accordo, quindi sentite lei:

screenshot della copertina di podcast "amare parole" di "Ep. 82 - cercare un ordine nel caos: due osservazioni sulla vicenda [...]" e logo di pocket casts
fatevi il favore di sentire i podcast tramite una bella app che non è Spotify, dai su

Durante la questione, sia prima che dopo il dietrofront della fiera, varie personalità hanno preso posizione scegliendo di non partecipare più a PLPL.

Qui ad esempio potete vedere cosa ha detto Zerocalcare, la cui posizione trovo assolutamente comprensibile e condivisibile, soprattutto nei modi:

Un altro posizionamento che ho visto e apprezzato, stavolta di partecipazione nonostante tutto, è quello di A Sud:

Alla fine dei conti, mi ritrovo in questa riflessione qui:

detto questo, capiamo la scelta di boicottare molte compagnie e consideriamo altrettanto legittima la scelta di chi invece ha deciso di esserci comunque.

anche in una situazione sulla cui lettura è impossibile non essere d'accordo crediamo che non esista un'unica risposta giusta.

che in parte è quella che fa anche Gheno nel suo post di Facebook.

C’è chi sceglierà di non andare a Più libri più liberi, chi ci andrà e farà presente la questione, chi riuscirà a organizzare un’assemblea collettiva per parlarne in maniera approfondita. Penso che tutte le scelte possano essere sensate, se nascono da una riflessione su quanto accaduto, se non fingono di ignorare i fatti.

A questo punto mi sono sentito di dover prendere una decisione perché per la prima volta qualcuno mi aveva invitato a PLPL per presentare un libro (non mio) (di cui dopo vi racconto).

Ok, guardiamoci in faccia un istante: se io vado a PLPL o meno non cambia letteralmente niente a nessuno, perché giustamente non sono Zerocalcare e quindi non smuovo folle, e probabilmente la persona che ci rimette di più sarei io. Forse questo meriterebbe delle considerazioni su privilegi e spazi, ma non penso che mi giustifichi a non farmi delle domande e a non mettermi in discussione.

Quindi: come penso sia chiaro, credo che l'intera faccenda sia stata gestita male, e in particolare che era inopportuno tenere il punto sulla partecipazione di Caffo appellandosi al garantismo; mi trovo totalmente d’accordo con Gheno.

Dato ciò, penso personalmente di poter dare un contributo più utile essendoci, rimanendo consapevole di quello che è successo ma speranzoso di poter vivere questo spazio con frutti positivi.

Penso che sia legittimo scegliere dei compromessi negli spazi che viviamo per lottarci dentro,

sapendo che viviamo quasi per forza di cose anche degli spazi in cui non concordiamo su tutto, anche su grosse questioni: questa newsletter la leggete al momento su Substack, che è una piattaforma di cui non condivido tutte le scelte.

Un po' di mesi fa c'è stato un esodo da Substack (non ricordo se ne parlammo già) da parte di molte grosse pubblicazioni internazionali (tra cui per esempio Platformer di Casey Newton).

Mentre Substack gioca a fare un po' la via di mezzo tra la piattaforma social e la semplice 'infrastruttura' ha deciso di non rimuovere delle pubblicazioni neonaziste su substack. (Substack has a Nazi Problem, su The Atlantic.)

Ora, io di sicuro non sono nazista, e conosco tante pubblicazioni belle e non-naziste su Substack. In Italia credo che tutte le newsletter principali (che non sono moltissime) siano qui.

Penso, in modo parzialmente analogo alla questione PLPL, che sia importante tenere a mente cosa Substack sia e i suoi problemi. E lo stesso vale per i social: Meta e TikTok sono “buone” e senza difetti? (Su Twitter poi ci torniamo.)

Sono stato più volte critico della scelta di Meta di “limitare” i contenuti che ritengono politici, eppure la mia presenza social principale e i miei guadagni principali vengono dal creare contenuti destinati lì.

In questo senso, comprendo la scelta di chi volesse tirarsi fuori da Substack, da Meta o da TikTok, ma allo stesso tempo non mi sento di biasimare chi quegli spazi li vive ancora, consapevole dei problemi, cercando di fare qualcosa di buono e di raggiungere persone per uno scopo positivo.

Certamente mi si può dire che c'è una differenza di magnitudine: PLPL è infinitamente più piccolo di Instagram: se Zerocalcare non va a PLPL, si sente; se Zerocalcare decidesse di levarsi da Instagram, non penso che Meta si risentirebbe più di tanto.

E sicuramente persone diverse hanno soglie diverse di questi rapporti tra l'effetto che si può avere a tirarsi fuori da qualcosa che non si condivide e il rimanerci.

Ma penso che il principio sia il medesimo: è lecito tirarsi fuori da un luogo di cui non si condivide qualcosa di fondamentale, ma penso sia lecito anche cercare di rimanerci, con la consapevolezza di dove si fa il compromesso e la continua riflessione sugli effetti dei luoghi in cui siamo o non siamo.

Quello che intendo sulla consapevolezza è che penso sia molto importante parlarne pubblicamente e sia legittimo fare pressione al fine di rettificare quello che decidiamo essere un errore: è stato utile parlarne, perché alla fine l’effetto reale sulla fiera c’è stato!

Quindi ecco, il “lecito andare ma anche non andare” non vorrei sembrasse un invito a fregarsene. Anzi, penso sia utile che ci siano entrambi i lati: le lotte si possono (devono?) fare da dentro ma anche da fuori.

Potrà sembrare una risposta democristiana, non lo so, ditemi anche voi.

Il ditemi anche voi non è casuale: ciò che per me è stato più bello di tutta la vicenda è il confronto che ho avuto in privato con persone amiche e colleghe.

Ho chiesto a varie persone cosa ne pensassero sul tema (e per chi era a Roma, se avessero deciso di venire) e ho trovato dei confronti veramente preziosi, di cui sento tanto il bisogno.

È stato bello parlare di chi fa qualcosa di simile a me, ma anche di chi sarebbe venuto anche solo come "pubblico". Quindi grazie alle persone con cui abbiamo condiviso due righe o due parole a riguardo.

Poi certo, comunque la realtà è che noi siamo una bolla e che sia una relativa piccola percentuale quella che si fa queste domande; non so, facciamocele insieme e parliamone, dai.

E a proposito della bolla: nei giorni scorsi mi sono arrivate alcune mail da PLPL (per l'apertura etc etc visto che sono iscritto al portale): in nessuna ho visto dediche a Giulia Cecchettin o al tema del femminicidio: quando andrò sono curioso di vedere quali saranno le tracce tangibili di questa "dedica".

se la stai trovando interessante, ti va di condividere questa lettera?

Ok, bello tutto (in realtà no), ma quindi cosa è che presenti tu?

Il Testa di Catto!

Venerdì alle 10:30, alla sala Antares: https://plpl.it/event/una-serie-di-racconti-distopici-parodistici-e-divertenti-sulla-chiesa-cattolica-del-futuro/

presenterò il libro Il Testa di Catto con gli autori, admin della pagina la cchiesa. E che cavolo è? È una raccolta di racconti che immagina un futuro fantascientifico per la Chiesa cattolica, con tanto di robot ed intelligenze artificiali.

Chi ha sentito la puntata di TikTalk con Elisa Belotti sa che il nome stesso oradecima è un riferimento di un certo tipo,

08: 🫣 Il Cringe religioso sui social è inevitabile? con Elisa Belotti
In questa ottava puntata abbiamo parlato dei contenuti a sfondo religioso sui social, domandandoci se quel cringe che spesso provocano forse in realtà ci piace.

e il tema della religione e della fede mi interessa molto, perché è molto legato all'umanità, no? se lo uniamo alla tecnologia, eccoci qui!

Parleremo quindi, senza stare troppo seri, dell'interazione tra la Chiesa e certe questioni tecnologiche, ma non solo: l'interazione tra social e Chiesa, ma anche il futuro della Chiesa e il suo rapporto con certi temi caldi: mi piacerebbe toccare il ruolo delle donne e comunità LGBTQ+; speriamo di divertirci e di fare qualcosa di bello.

Se avete scelto di voler partecipare a PLPL nonostante tutto, vi aspetto volentieri.

Sarò anche in giro quel giorno e nei successivi, quindi salutiamoci!
PS: Sabato alle 10:30 la mia co-host di TikTalk preferita sarà a “Plot Machine” allo Spazio Rai.


E Twitter?

Abbiamo parlato di spazi, di compromessi etc. Ma quindi Twitter, è da vivere, oppure no? Come per questi altri, penso che sia legittimo scegliere di tirarsi fuori da Twitter ma anche rimanerci.

Non penso che chi ci rimanga sia per forza cattivo, così come non lo penso di Substack o di PLPL; penso però anche che dobbiamo acquisire consapevolezza su qual è il compromesso quando scegliamo di vivere un luogo.

Personalmente, Twitter non lo sto più usando da mesi e mesi, da quando Threads è uscito in UE, nonostante nel paio d'anni precedente Twitter fosse diventato uno dei miei luoghi digitali principali, perché i social testuali mi piacciono tanto.

Per me la realtà è...di sopportazione. Entrare su Twitter oggi è semplicemente un'esperienza piuttosto brutta rispetto a qualche mese fa.

Aprendolo adesso tanto per provare, tutta l'intera schermata è una pubblicità: c'è un banner ENORME del premium, e poi sotto il primo tweet è un tweet sponsorizzato che dice c'è Grok 2 nel premium permette di fare immagini AI.

È vero, scrollando nei per te vedo anche qualche persona che scrive roba interessante, ma vedo anche dopo pochissimo due tweet deliranti di Elon Musk, prima preoccupato del calo demografico, e poi contro l'ACLU, una no profit per i diritti civili. Poi pubblicità per Shein, Versace (??? raga evidentemente non sono in target?), e poi un po' di robaccia.

La qualità delle interazioni su Twitter è calata drasticamente, e le posizioni di Musk e del pubblico che si sta autoselezionando hanno superato la mia personale soglia di sopportazione. Non penso che il mio stare su Twitter possa essere utile.

Sul tema c'è una bella prima newsletterina di Claudio Riccio che si domanda anche strategicamente cosa sia opportuno fare da parte di chi "non è dalla parte di Musk", e se forse ritirarsi da Twitter sia un ritirarsi sull'Aventino:

Non si sconfigge l'uomo più potente e pericoloso del mondo chiudendo un account X
Ciao, questo è il primo numero di una futura newsletter: “Polemichette online”.

Provocatoriamente mi chiedevo in risposta se forse allora dovremmo andare “all'attacco” andando su Truth Social, il Twitter di Trump? Chissà.
Al momento penso solo che persone diverse possano avere soglie diverse sugli spazi in cui si sentono di combattere le proprie lotte, e dovremmo trattarci con dolcezza.

Il meme de "“'unica cosa che fa il centrosinistra è dividersi” lo conosciamo bene e vista la situazione globale evidentemente c'è qualcosa che non funziona a livello strategico per la sinistra, che rende quel meme un po' vero e un po' triste.

Questo non vuol dire stare zitt3 e non tirare fuori i problemi interni per amichettismo, chiaramente.

Ba, finiamola. Voleva essere una letterina corta e invece...prossima volta magari parliamo di Bluesky meglio? vediamo, vediamo.

cosette al volo

🟥 Nelle scorse settimane ho partecipato a due manifestazioni a Roma: il Climate Pride e il corteo del 23 novembre di Non una di meno. Ancora non ho avuto lo sbatti di mettere un post con qualche clip su instagram. È stato bello andarci e andarci anche con delle persone care, condividere dei luoghi. Allo stesso tempo, ho avuto un po’ di fatica: queste manifestazioni stanno riuscendo a portare avanti le cause e coinvolgere abbastanza persone? Non lo so. Speriamo bene.

🇺🇸 La scorsa newsletter parlava anche lì di divisioni della sinistra, ma, purtroppo o per fortuna, Harris avrebbe perso anche se tutti i voti di Stein (pochissimi, ha preso lo 0.5%) fossero andati ai Democrats.
Penso che comunque sia lo stesso tema di oggi: quello di come ci rapportiamo a chi ha posizioni diverse dalle nostre ma non diametralmente opposte. Boh è un casino io non lo so come famo.

🦋 Sto pubblicando di più su Bluesky! Mi trovate come @oradecima.com. Ho anche creato al volo un feed: “Popolari in Italiano” che raccoglie gli skeet (i post) più popolari delle ultime 24 ore scritti in italiano: può essere una buona introduzione se volete vedere i vibes, e se lo condividete mi fate un favore.

Piccola chicca: ho scelto di filtrare i post con immagini perché non riuscivo a far in modo di evitare skeet con immagini sessualmente allusive. Boh a quanto pare vanno forte, who am I to judge?

🕑 Una brevissima selezione di clip di Biden che parla in pubblico dal 2008 al 2024: fa venire i brividi:

📝 Una cosa importante: sto scrivendo una breve paginetta di codice etico per le sponsorizzazioni sui miei canali, penso sia alla fine un tema vicino a quello di cui abbiamo parlato oggi. Vorrei mettere più in chiaro cosa penso sia ok in modo che chi mi guarda e mi legge lo sappia in anticipo. Non so se sono ancora pronto a condividere la prima bozza pubblicamente, ma se ti interessa rispondimi a questa mail o scrivimi altrove e parliamone. Se lo farai, ti ringrazio.

🔴 Chiudiamo tornando all’inizio. Turetta è stato condannato all’ergastolo: la giustizia fa il suo corso, ma questa condanna la vedo sintomo di una sconfitta triste. La prima sconfitta naturalmente è che questo femminicidio sia avvenuto, e bisogna agire prima, non possiamo limitarci a punire. Dobbiamo educare ed educarci prima (magari nelle scuole. vi segnalo la campagna Italy Needs Sex Education). La seconda sconfitta è arrivare alla pena dell’ergastolo, in un sistema carcerario messo male, pieno di suicidi e incapace di essere realmente rieducativo. Dobbiamo fare meglio.

Oh forse c'erano delle altre cose che volevo dire qua in chiusura che non mi ricordo più...boh poi ci sentiamo. Ciao ciao! 👋

Ah, vi prego commentatemi se non siete d’accordo con me, parliamo.

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