Ovvero, si festeggia nella difficoltà?
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Mattarella all’Altare della Patria | Foto dal Quirinale
Ho notato che qualcuno, ormai comprensibilmente stanco del lockdown, mette in dubbio che oggi, 25 Aprile, sia festa. Allo stesso modo avevo notato qualcuno che più o meno scherzosamente diceva che la Pasqua quest’anno era annullata, e via dicendo.
La domanda quindi è, ma in un momento così difficile, si può festeggiare? Ci si può dichiarare liberati anche se siamo tutti costretti a casa?
Diamine ma certo!
La libertà, quella vera, è dentro di noi; se non fosse così, sarebbe ben poca cosa…
Mi spiego sinteticamente meglio: è chiaro che esistono diverse libertà, diversi gradi.
C’è una libertà esterna: quella da divieti o impedimenti fuori da noi. Ed effettivamente in questo momento ci è un po’ tolta.
Ma più realisticamente ci rinunciamo in parte da sempre: “la mia libertà finisce dove inizia la tua”, insomma, le leggi restringono la nostra libertà, non sono libero di andare a rubare o di uccidere, ma meno male.
Vuol forse dire che nessuno di noi è mai libero, o che solo un uomo senza leggi è libero? Sarebbe piuttosto infantile pensarlo…
Senza fare troppe minuzie, ci sono altre libertà, più interne: di scegliere, di parlare, di pensare. E queste non le possiamo forse festeggiare e ricordare?
La liberazione non avrebbe potuto iniziare con liberazioni “esterne”, con la lotta fisica contro il fascismo, ma nasce necessariamente da dentro, dai pensieri di chi ha lottato per la nostra liberazione e ha scelto di rischiare. E allora oggi è festa, ed è festa ancora di più, così come è stata Pasqua grande: perché anche se non possiamo uscire a ballare, bere, fare baldoria e tutte le altre cose con la b, possiamo avere la libertà dentro.
Perchè ricordando quello scorso periodo in cui agli italiani mancava la libertà, possiamo avere la speranza. Così come c’è stata la Liberazione che oggi festeggiamo, allo stesso modo torneremo ad uscire e ridere insieme!
Buon 25 Aprile!