Ovvero non è colpa mia dai
Un commento brevissimo dall’esterno riguardo una situazione in cui non c’entro nulla.
Come ben sappiamo, ieri, 1 Aprile, c’è stato un gran casino sul sito dell’INPS. Era il primo giorno in cui sarebbe stato possibile richiedere il bonus da 600€ per partite IVA.
Riguardo il malfunzionamento in sé vorrei anche porre l’attenzione su qualcosa che rischia di passare in secondo piano ma che è grave. Il problema non è stato solo quello che non si riusciva ad accedere, ma che chi riusciva accedeva a dati sensibili di perfetti sconosciuti con nomi, cognomi, indirizzi, codici fiscali.
Il presidente dell’INPS Tridico ha dichiarato che ci sono stati degli attacchi hacker, e anche Conte ha riconfermato questa informazione, anche se dal poco che ho letto non mi sembra che nessuno abbia dato ulteriori dettagli su questi ipotetici hacker.
Nel frattempo invece, altre voci hanno espresso scetticismo, imputando i problemi semplicemente al grande volume di richieste contemporanee. Per quanto riguarda il problema dei profili “scambiati” invece, David Puente ha pubblicato un articolo su Open spiegando come si potrebbe essere trattato di un problema di cache.
Da notare come in questa breve intervista sul Corriere si chiarisce che gli hacker sarebbero una causa ulteriore per un sito che già faticava da solo:
«tutti contano su Inps al momento del bisogno, e in questo caso è un bisogno a dir poco impressionante. C’è stato anche un attacco hacker, che è partito verso le 11 di questa mattina».Il sito era già bloccato.«C’erano problemi, è vero. Le domande per l’indennizzo da 600 euro viaggiavano a rilento, ma prima dell’attacco hacker ne avevamo raccolte già circa 350mila. Poi siamo stati costretti a bloccare tutto.
Non ho le competenze e gli strumenti per capire se ci siano stati hacker o meno; personalmente sono scettico, ma il commento che vorrei fare è un altro.
Non è troppo facile additare un colpevole esterno?
Gli hacker possono essere una sorta di jolly quando si ha un qualche problema informatico, perché rimandano a qualcosa di mistico: i computer che usiamo tutti i giorni tutto il giorno sono degli strumenti di cui ignoriamo gran parte del funzionamento, e quindi quando qualcosa non va perché non accusare qualcuno di attacchi informatici?
Mi suona come l’equivalente contemporaneo di additare fenomeni naturali a cause magiche o divine: l’hacker come nuovo Zeus saettante.
Insomma, c’è una certa comodità; il messaggio dietro la dichiarazione di attacchi esterni è molto semplicemente “quindi non è colpa mia/nostra”, in qualche modo ci si rende impotenti di fronte a un nemico invisibile.
Chiedere scusa e prendersi responsabilità è difficile ed è pesante.
Magari gli hacker ci sono stati davvero, perché esistono nella vita reale, però sarebbe anche forse il caso che un portale così importante per l’infrastruttura del paese fosse adeguatamente protetto e ben gestito, per non parlare di altre piccole sviste. Il comunicato iniziale che faceva riferimento a un “ordine cronologico” di riconoscimento dell’indennità, e così come ho visto gente affollarsi nel fango per assaltare un furgone pieno di baguette umidicce (ma questa è un’altra storia), mi posso immaginare l’assalto digitale specialmente in un momento così difficile per tutti.
Beninteso, questa mia riflessione non è per dare la colpa all’INPS, al presidente, o tantomeno ai poveri tecnici IT che avranno fatto del loro meglio. Piuttosto la mia tesi è che prendersi le proprie responsabilità ti permette poi di agire, di analizzare e di migliorare. Altrimenti diventa solo un incrociare le dita illudendosi di non avere potere di azione.
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