In Ritardo

Stamattina ho fatto ritardo.

Dovevo andare in centro a lavorare a un progetto

Di solito siamo in tre sulla parte “tecnica”; oggi eravamo solo due, quindi servivo di più rispetto al solito, era utile che ci fossi.

Appuntamento ore 10, tragitto circa di 45 minuti.

Ieri sera avevo fatto tardi con amici, quindi metto la sveglia alle 8:50 pensando che ottimisticamente sarò rapido a prepararmi e che la quantità di sonno sarà sufficiente. Non lo era.

I gatti mi svegliano prima della sveglia, e sto un po' in quel dormiveglia in cui cerco di capire se riesco a dormire nonostante le lamentele o se devo proprio alzarmi.

Alla fine devo proprio alzarmi, gli do qualcosa e nel frattempo suona la sveglia; rosico, mi sono stati rubati quei preziosi minuti di sonno che mi illudo avrebbero risolto la mia vita, perciò rimetto una sveglia per un quarto d’ora dopo, pensando che comunque 10 minuti di ritardo eventuale non sarebbero stati un problema.

…mi sveglio 50 minuti dopo, alle 9:44. Fra 16 minuti devo stare al Colosseo. Manco in aereo ce la farei.Panico. Infilo la fotocamera e un obiettivo nella borsa sperando non mi sarebbe servito altro

Non trovo il telefono  Dove cazzo sta il mio telefono?? Perché invece di metterlo in carica sulla scrivania lo uso a letto la sera??  Prendo l’Apple Watch, santo Apple Watch, faccio squillare il telefono. Non capisco bene da dove viene lo squillo.  Lo faccio squillare tre volte e finalmente trovo il telefono per terra, dietro la testa del letto, seppellito sotto altre cose.

Butto alla rinfusa mascherine e portafogli nella borsa, chiedo ad Alexa se stamattina piove  Mi dice di sì, prendo l’ombrello 

Faccio per uscire, pensando se ho scordato qualcosa di fondamentale

Le cuffie 

Ieri sera sono uscito scordandomi le cuffie, ma mo no eh, 45 minuti di tragitto senza cuffie a sentire i rumori della metro non li faccio  Cerco le cuffie  Dove sono?  Ieri sera non le avevo quindi non stanno nei pantaloni  Forse erano nella giacca?  Ricordo all’improvviso un titolo di un articolo, avevano aggiunto le AirPods alla app per trovare le cose  Apro, tocco “fai un suono”, ma ovviamente sono chiuse, non sento nulla  Tocco la funzione nuova, mi dice che non le trova connesse; mi sposto in cucina, niente; torno in camera, ora sono connesse e “lontane”  Faccio avanti e indietro per la camera per trovare il segnale, finché spostando il letto non le trovo lì sotto. Ho vinto

Prendo le chiavi, l’unica cosa che stamattina so dove sia, ed esco

Ieri ero sapientemente tornato a casa con un monopattino a noleggio, che è ancora davanti al cancello. Lo prendo e all’improvviso il limite di velocità a 20km/h mi appare così terribilmente ingiusto, mi sento una lumaca  Appena ho l’occasione scrivo che sono “abbastanza in ritardo, scusate 😬”

Arrivato all’ultimo incrocio mi squilla il telefono: è l’altro con cui devo lavorare.  Solo che è appena scattato il semaforo, e poi non voglio perdere minuti preziosi (anche perché sul monopattino ogni minuto costa…), ma soprattutto, non voglio affrontare il fatto che sono in ritardo. Non voglio affrontare la delusione che sto dando, non voglio sentire che mi viene perdonato il ritardo, perché non so ancora se io me lo perdono.

Decido di non rispondere, lo richiamerò fra due minuti prima di scendere in metro, quando tutto sarà a posto. Guardo l’ora: 9:59. Sono un mago cazzo

Realisticamente se tutto va bene farò 25 minuti di ritardo, che reputo accettabili in questo contesto, e poi l’altra volta ne avevamo fatti altrettanti per colpa di quello che mi stava chiamando, e dai, ci sta.Poggio il monopattino  Faccio l’inutile foto al parcheggio, la app come sempre mi ricorda che se ho parcheggiato male mi faranno pagare due euro.

Boh, due euro, è davvero un disincentivo così grosso? Diciamo che alla fine puoi vederla così: se paghi due euro in più puoi parcheggiare dove e come vuoi, è tipo un servizio bonus.

Non ho tempo per considerare la psicologia degli incentivi economici nella micromobilità urbana, lo farò in metro. In metro la mia corsa non dipenderà più da me, potrò rilassarmi.  Prima di scendere chiamo il tipo. Occupato. Richiamo. Occupato  Ma porca miseria. Vabbè, scrivo un altro messaggio dicendo che posso arrivare in 25-30 minuti, entro in metro dove non prende. Dentro di me sono mortificato, non solo sono in ritardo, cosa che mi dà sempre un certo fastidio, ma proprio oggi che servivo più di altre volte. Mi arrabbio con me stesso.

La fermata più vicino a me è la penultima prima del capolinea, e questo crea un effetto particolarmente irritante. Nella direzione verso il capolinea la voce annuncia gli arrivi: “treno fra 8 minuti, treno fra 5 minuti” e così via.

Dal mio lato invece c’è il mistero. Evidentemente, secondo la divinità dell’ATAC, noi che andiamo verso il centro non meritiamo di conoscere il nostro destino. Dobbiamo avere fede, la metro arriverà. Quando? Non è dato saperlo.

Negli anni ho cercato di capire la correlazione tra gente in attesa e passaggio della metro. Quando c’è tanta gente evidentemente vorrà dire che la metro non passa da un po’ e sta per passare, no? Ne sono convinto, eppure mi sento un po’ come quelli che giocano al lotto i numeri che non escono da tanto perché “mo devono uscire”

In ogni caso ormai sono tranquillo, io la mia parte l’ho fatta, mo è tutto nelle mani del Signore. E del signore che guida la metro.

Nel frattempo, ogni due minuti noi dal lato giusto della metro veniamo sbeffeggiati dalla voce che annuncia metro su metro in arrivo di fronte a una banchina vuota perché ovviamente nell’altra direzione non ci va quasi nessuno.

Finalmente arriva la metro, come sempre senza preavvisi ma con un semplice “metro in arrivo”. Non mi posso lamentare, l’attesa è stata in un tempo accettabile

Mi siedo e continuo a sentire un podcast; è il podcast di Jameela Jamil, Tahani di The Good Place, che intervista Natalie Wynn di ContraPoints. La puntata è molto interessante, ma sto ancora cercando di capire se vorrò sentirne altre. Mentre rifletto su questo e mi salvo alcune clip della puntata arriviamo alla fermata in cui comincia a prendere il telefono.

Arriva una notifica di Telegram, in cui l'altro con cui devo lavorare scrive all'organizzatore: "per le prossime volte confermiamo 12 o 24 ore prima". Oddio.

Chiaramente si riferisce a me. Al mio inaccettabile ritardo di mezz'ora. Ma io vi giuro che mi ricordavo che avevamo appuntamento alle 10, non l'ho fatto apposta!  Scusate, non succederà più, però dai, poi ieri sera si era creata una bella atmosfera, e siccome la gente era a casa mia non è che potevo andarmene prima, insomma...vi prego credetemi non sono stronzo, avevo solo sonno dai.  Ok, dopo che la gente se ne era andata sono rimasto a cazzeggiare un po' su Youtube, ma proprio pochino rispetto al solito...

Oh, e poi comunque io sto facendo questo lavoro gratis, insomma, va bene tutto però anche un po' di compassione, sai quante cose avrei fatto stamattina senza questo impegno??

Dentro di me so che non sarebbero state molte e che probabilmente mi sarei svegliato ora, alle 10:18, però un pochino potevo raccontarmela.

Decido di aprire la chat e di affrontare la situazione. Sono decisamente migliorato da questo punto di vista, prima evitavo un sacco i confronti, magari non aprivo apposta i messaggi, mi richiudevo in me stesso. Ora se non lo faccio è più spesso per sbadataggine che altro.

Leggo:"Non venire"

Ecco qua, ho fatto un danno irreparabile. Non solo mi sento in colpa ma a questo punto riaffiora un mio timore sempre di sottofondo: sono inutile, sono non essenziale.  Il mio contributo nelle cose che faccio è trascurabile, non sono abbastanza bravo e capace da fare la differenza.  Sono qui solo per puro caso, non per merito, sono un impostore.

"Sono tutti in quarantena, è annullato"

"la prossima volta ricordiamoci di confermare 12 o 24 ore prima"

Come?

Cioè?

Cosa?

Annullato. Annullato. Non è colpa mia! Non sono un inetto! Cazzo, che genialata il covid. Il mio ritardo è annullato, inesistente, cancellato, mai esistito. Non ho più colpa. Ah! che smacco.

Certo...ho buttato i soldi della metro. E probabilmente quella chiamata a cui non ho risposto mi avrebbe risparmiato questi soldi e anche una buona mezz'ora di tempo...rosico un po' mentre scendo dalla metro e cambio direzione.  Decido di tornare a piedi dalla metro, almeno mi faccio una passeggiatina.

Anzi, decido che mi merito proprio un bel premio. Ho avuto una mattinata difficile, quindi entro dal forno e mi prendo un pezzo di margherita. La mozzarella che hanno qua mi piace un sacco. Esco e proseguo a camminare verso casa.

Mmm..la pizza è fredda, non ho pensato a chiedere di farmela scaldare.

Però va bene così; va bene così, perché non sono un inetto, e stamattina non ho fatto ritardo.