Domenica mattina, da che mondo e mondo, si dorme. O almeno è quello che mi hanno detto.
La domenica è sacra. Non importa se siamo cristiani, ebrei, musulmani, atei; non importa se siamo alti o bassi, piccoli o grandi.
La domenica è sacra nella nostra produttiva società. La domenica si respira, si riposa; la domenica si dorme.
In realtà, io da anni la domenica non dormo, purtroppo per mia scelta. La maggioranza delle domeniche esco di casa alle 9 di mattina, nel silenzio totale. Se avete pensato di fare un film post apocalittico vi consiglio di girarlo le domeniche mattina. Non c’è nessuno, a parte pochi superstiti dopo la catastrofe nucleare o ecologica che ci ucciderà a breve.
Quando esco la domenica mattina sento che mi sto preparando a questo futuro mondo straziato dal cambiamento climatico. L’unica piccola differenza è che rispetto a Kenshiro ho un po’ meno muscoli e un po’ più di panza, ma per il resto ci siamo.
E vi dirò, non è niente male, c’è una certa pace, un bel rumore di silenzio. Vabbè il più delle volte metto le cuffie e mi sento qualcosa, perché con gli anni mi sto un pochino disabituando al silenzio, ma idealmente c’è silenzio.
Fino a poco tempo fa, almeno.
Domenica scorsa sono uscito e ho fatto il mio solito tragitto, solo con i miei pensieri ed il piacevole freddolino della mattina...a un certo punto però, orrore!
vedo una piccola folla
scusate, folla non si può più dire, vedo quasi quasi un assembramento
Questa parola che ci fa così impressione, che non sappiamo bene come trattare...come quando ti chiama un numero che non conosci: e mo? mo che faccio? rispondo e chiedo chi è? Ma scherziamo?? nonono, non si fa questa cosa dai, lasciamo squillare sperando che smetta prima che l’ansia di dover rispondere cresca troppo
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