I cavi sottomarini di internet sono l'invisibile catena di potere della tecnologia
l'infrastruttura di internet poggia su cavi sottomarini che letteralmente trasportano i dati attraverso gli oceani e i continenti e ci ricorda la realtà materiale. e chi li possiede ha un grande potere
Hai mai pensato a come fa una mail ad arrivare dagli USA a te e viceversa?
Internet è così onnipresente e ubiquo nelle nostre giornate che spesso fatichiamo a ricordare quanto è invece attaccato alla nostra realtà materiale, ma alla fine dei conti...sono tutti cavi. Un paio di pensieri.
Voglio fare un esperimento per essere meno dipendente dai social, quindi proverò ad accompagnare qui i video brevi a qualche riga scritta, in modo che chiunque possa fruirne anche senza dovermi trovare sui social. Ditemi se vi piace, vediamo. Potete anche iscrivervi a questi aggiornamenti come newsletter:
Anzitutto, il mio video fatto in collaborazione con Leganerd sul tema! (Anche su YouTube)
Se tu vedi un video di un tizio americano, hai mai pensato fisicamente come fanno i bit ad arrivare da lui a te? Non saranno mica dei lunghissimi fili che attraversano gli oceani, no?
Invece è proprio così: l'infrastruttura di internet usa una rete di grossi cavi sottomarini che letteralmente trasportano i dati attraverso gli oceani e i continenti.
I primi cavi transatlantici sono arrivati dai tempi del telegrafo, e dagli anni 80 sono apparsi i primi per internet in fibra ottica.
Parentesi, nella ricerca per questo video ho scoperto che c'è una dashboard di AGCOM che monitora la copertura nazionale della connessione via fibra.
All'ultimo aggiornamento siamo al 59.6% di copertura per la FTTH, quindi in cui fino a casa è davvero fibra, mentre quasi al 97% per la fibra che arriva fino al cabinet e da cui parte il classico misto rame (dunque performance peggiori).
Indovinate casa mia da cosa è coperta ☹️
Tornando ai cavi, guardateli un po' su submarinecablemap.com:
Questa mappa racconta un sacco di storie: come tutte le migliori infrastrutture ci racconta qualcosa di più profondo su di noi e sulle nostre società.
la materialità dell'informazione
Il primo aspetto che questi cavi ci raccontano è ciò con cui aprivo: il nostro mondo digitale ci mette davanti una infinità di astrazioni concettuali, in cui il mare di pixel che abbiamo davanti per ore cambia forma all'infinito.
Le UI dei siti, delle app e delle piattaforme sono riempite di metafore necessarie per rendere operabile ciò che poi sotto è codice:
il fatto che questo post possa arrivarvi come newsletter, come metafora delle lettere di altri tempi,
le schede del browser da cui potete leggere questo e altro sono metafora di cassetti con cartelle che raccolgono fogli reali e che qui sono astratte in pulsanti,
che a loro volta sono metafore dei pulsanti...degli oggetti reali.
Quando mia madre mi chiede una mano con il telefono perché qualcosa non funziona, mi stupisco di come tenda a spingere i pulsanti digitali con una certa forza, come se spingerli di più potesse farli funzionare meglio.
Ovviamente non ha senso, ma sta semplicemente applicando la metafora del pulsante, che se non si preme forse ha bisogno di più forza, come biasimarla.
Pensare ai cavi da cui passano fisicamente gli impulsi elettrici da una parte all'altra del mondo ci restituisce la materialità delle nostre infrastrutture, come quando poco tempo fa ci fu il guasto a un sacco di POS e sistemi bancari per via di lavori alle condutture del gas che avevano tagliato un cavo (stavolta terrestre):
questa roba che facciamo non è finta, non è solo etere, è anche reale! Potremmo aprire il tema di come gli spazi digitali impattano su quelli reali, e di come ancora oggi si sottovaluti l'importanza di ciò che succede su internet come se fosse separato dalla realtà fisica, ma non lo faremo.
i proprietari delle strade di internet
Nel video di cui sopra nomino il cavo MAREA, che va dagli USA fino in Spagna: questo cavo è stato finanziato da Meta (allora Facebook) e da Microsoft, che infatti hanno della banda riservata su questo cavo.
Se prima questa parte di infrastruttura era generalmente dei provider di telecomunicazioni, da qualche tempo le aziende big tech stanno intervenendo sempre di più: Google, Meta, Microsoft e Amazon finanziano la costruzione di cavi sottomarini e ne sono proprietarie (spesso insieme ai provider "tradizionali").
Da una parte...ha senso: attraverso le piattaforme delle big tech passa una enorme quantità di dati: pensate a quanto traffico passa per YouTube, o tra i miliardi di utenti delle piattaforme Meta, o tutto ciò che usa i servizi di AWS.
È nei loro genuini interessi voler migliorare l'infrastruttura di rete per migliorare i loro servizi, e probabilmente delle infrastrutture finanziate da big tech possono avere anche impatti positivi per ampliare le opportunità dei luoghi che vengono collegati, soprattutto se prima lo erano poco o con reti molto lente.
Dall'altra, si ampliano i rischi: se un'azienda controlla tutta la tua esperienza di internet, non solo sulle sue piattaforme ma anche tramite i letterali cavi che ti collegano, ha un potere enorme. Ed è eco del potere enorme delle big tech della parte digitale di questi nostri spazi online.
Se vi interessa il tema, in "Riavviare il sistema" del buon Valerio Bassan (Bookdealer, Amazon [link affiliato]) la questione viene esplorata: fa un ottimo lavoro nel darci i pezzi principali del puzzle e nel mostrare la questione di chi possiede questi cavi.
Alla fine, questo tema di centralizzazione del potere è il motivo per cui sto cercando di giocare con le uova in panieri diversi provando questo blog Ghost hostato su Magic Pages.
Se ti va, puoi ricevere questi aggiornamenti via mail, o via RSS (dovrebbe essere oradecima.com/rss). Ditemi se vi piace!